Prima che si arrivasse ad un sistema di pedali e pedivelle dovettero passare altri vent'anni. Fu un fabbro scozzese, tale Kirkpatrick McMillan, intorno alla fine degli anni 1830, ad avere l’idea. Costruì nella propria officina la prima bicicletta dotata di un sistema di pedivelle attaccate direttamente alla ruota posteriore.
“Grazie, non ci avevamo pensato”, dissero i francesi. E si rimisero al lavoro.
Negli anni ’60 a Parigi nacque le velocypede bicycle (da cui il termine biciclo).
Ernest Michaux, un giovane operaio, aveva perfezionato il sistema applicando le pedivelle direttamente al mozzo della ruota anteriore. A causa della struttura delle ruote (in legno rivestite di ferro) la "michaudina" venne soprannominata anche boneshaker, scuotiossa. Durante la corsa tutto il corpo vibrava come in un grande sbattitore elettrico.
Ma la michaudina piaceva: al figlio di Napoleone III (Velocipede IV, lo chiamavano) e agli studenti di Harvard e Yale che sfrecciavano da una parte all'altra dei campus universitari.
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