venerdì 30 novembre 2007

Trentotto. Come se non ne avessimo già abbastanza...

In città c'è chi sostiene che è assolutamente necessario fare qualcosa per contrastare l'inquinamento luminoso e "favorire il risparmio energetico". Dicono che i pali della luce del futuro illumineranno q.b., come nelle ricette di cucina, quanto basta, senza dare troppo nell'occhio. E allora perché, mi chiedo pedalando poco prima di cena, perché mi sembra giorno, ora che dovrebbe essere buio fitto, e l'unica luce a illuminare la strada dovrebbe essere quella dei fari delle auto, perché lucette lucine lucicchiole di tutti i colori ci circondano, intorno ai pali, sì, ma anche intorno ai rami degli alberi, agli edifici storici, ai centri commerciali, in mezzo alle vie, giorno e notte, a intermittenza, a geometrie semplici e contorte? Perché il faro del cantiere si è riacceso?

sabato 24 novembre 2007

Le aspettative e la realtà.

L'esattezza delle cose che ti aspetti, la perfetta coincidenza di ciò che hai immaginato con ciò che è, la felicità di vedere che le due cose si sovrappongono esattamente e non c'è più divario tra pensiero e realtà. Stupendo. Non facile. Quasi sempre ti fai un'idea delle cose che poi non è mai quella.
Paola Mastrocola, Una barca nel bosco

mercoledì 21 novembre 2007

I me mine


La prof mi ha inviato un meme. Siccome non riesco in due parole a spiegare che cos'è (e forse ancora non l'ho ben capito) vi invito a leggere qui (cosa che farò anch'io... cioè, l'ho già fatto, ma siccome sono lenta e anche un po' pigra, devo rileggerlo). Per ora mi limito a rispondere alle domande del meme: trattandosi di domande personali, per me il me-me è una cosa che riguarda me, proprio me. I me mine, come diceva George Harrison.

Che cosa ti ha spinto a creare un blog? Il motivo per cui ho creato un blog è una specie di scommessa... con me-me. Ci ho provato una volta e non ci sono riuscita. Dopo qualche mese, mi sono detta: ma se ci riescono tutti, anche i più cretini, a fare un blog, i tredicenni, o quelli che non sanno nemmeno usare un computer, perché non posso riuscirci io, che sul computer ci sto quindici ore al giorno, e mi sono intestardita, e con lentezza ci sono riuscita. Superata questa fase di sperimentazione, la vera sfida è stata quella di creare qualcosa che avesse una sua identità e un messaggio.

Il tuo primo post? Il mio primo post era una specie di post di prova: un inizio di nuovo anno, nuova vita, nuove abitudini e qualche buon proposito.

Il post di cui ti vergogni di più? L'ho cancellato. E non me lo ricordo.

Il post di cui sei più fiero? I post di cui sono più fiera sono tutti quelli del 2005, quelli in cui ho parlato di biciclette (ne parlerò ancora...). Se devo proprio scegliere scelgo il post del cetaceo, per il miscuglio di realtà, leggenda, mito, sogno, irrealtà e immaginazione: il mondo in cui vivo io.

E adesso? Cosa devo fare? Rimandare il meme? Come una specie di catena di Sant'Antonio?

martedì 20 novembre 2007

Trentasette. Ciambelle (e pensieri) volanti.

Tavolo ciambella, inserito originariamente da cippa_trippa82.

Siamo arrivati lì col fiatone, io, Pampaluga e il commissarius Vincent Aquarius, che si era fatto strada nel traffico immobile della tangenziale spiegando una sirenotta un po' deboluccia ma che ha funzionato. E credevamo di trovare una foresta, almeno degli alberi, sennò che razza di foresta è? Se sei onesto, la chiami in un altro modo, prato, campo, pelucchiame. "E' una foresta in potenza" ci ha detto il dirigente della Provincia che si trovava in loco ben prima di noi. L'avevano avvisato della presenza di uno strano animale, e dopo lo scherzo degli ufo, non ci crede più, vuole verificare di persona, ma quando è arrivato ha fatto giusto in tempo a vederlo volare via. "Per un istante ho creduto si trattasse di un elefante - ci ha detto - poi ho capito: non poteva che essere una mongolfiera, un enorme pallone gonfiabile". Una gigante Ciambella, avrei voluto aggiungere, ma gli avrei confuso le idee. Addio Ciambella, che ne sarà ora di Donut? Io, intanto, mi sa che invito il commissarius a colazione.

venerdì 9 novembre 2007

Le sorti del romanzo


"Io auspico un tempo di bei libri pieni d'intelligenza nuova come le nuove energie e macchine della produzione, e che influiscano sul rinnovamento che il mondo deve avere. Ma non penso che saranno romanzi, penso che certi agili generi della letteratura settecentesca - il saggio, il viaggio, l'utopia, il racconto filosofico o satirico, il dialogo, l'operetta morale - devono riprendere un posto di protagonisti della letteratura, dell'intelligenza storica e della battaglia sociale".
(Italo Calvino, 1956)

domenica 4 novembre 2007

Trentasei. Identikit di Ciambella.


Il soggetto ricercato è un animale -più precisamente un elefante- di sesso femminile, di colore grigiastro, altro circa due metri e mezzo (quindi piuttosto basso per essere un elefante), lungo circa cinque metri e, si stima, di qualche tonnellata di peso. Ha grosse sopracciglia e zanne cortissime. L'animale non è pericoloso per l'uomo, per quanto riteniamo indispensabile rintracciarlo il prima possibile, per evitare che crei problemi di traffico. Si suppone infatti che, non amando molto l'acqua, si sia diretto verso la tangenziale per raggiungere una delle poche zone verdi della città nota come "foresta di pianura". Qui l'animale probabilmente spera di trovare cibo sufficiente alle sue esigenze (100-200 kg di fogliame, bacche e frutti al giorno) e di spiccare il volo per raggiungere il branco dal quale è stato separato alla nascita. E' infatti privo di orecchie ma dotato di piccole ali che ha imparato ad usare alla maniera dei volatili. Senza indugiare oltre, ci precipitiamo tutti alla foresta di pianura!

sabato 3 novembre 2007

Trentacinque. Elefanti o elefonti?

quadro di Guido Boletti

"Di solito quel numero lo facevano in due - mi dice la maschera, che per l'occasione si è travestita da Pampaluga - ma da qualche giorno Ciambella non si trova più". Parla strano questa maschera, penso. Il complemento oggetto non andrebbe dopo il verbo? Si vede che è straniera. Magari clandestina. Nomade, sicuramente!
La guardo meglio. Non ha l'aria della zingara.
"Ah capisco - azzardo - Donut. Ciambella. Si chiama Donut perché è ghiotto di ciambelle."
"Beh, in un certo senso lo è stato - dice lei abbozzando un sorriso - ma ora non più. C'è una sola Ciambella nella sua vita. Peccato che sia scappata. Secondo lei ci sono molti posti in questa città dove può nascondersi un'elefantessa?".
In verità uno solo. Anzi, due. Dipende dall'acqua.
"Gli elefanti amano l'acqua?" chiedo.
"Dipende - dice Pampaluga - gli elefonti sì, gli elefanti e le elefantesse un po' meno".
"Allora dobbiamo andare verso la tangenziale."