lunedì 30 giugno 2008

Cinquantuno. Il faraone e la faraona.

inserito originariamente da Flávio Cruvinel Brandão

Ieri ho conosciuto un faraone. Non ricordo il suo nome, forse perché non l'ho capito, forse Amir, perché per me gli egiziani si chiamano tutti Amir. Amir, faccia da criceto, denti sporgenti e fisico non proprio atletico, sosteneva a gran voce di discendere direttamente dal faraone, e chi poteva smentirlo. E quale faraone, poi? I suoi compari, africani e tunisini, l'hanno preso un po' in giro, ma lui continuava imperterrito a raccontarci questa storia, a raccontarsela, mentre raccoglievamo rifiuti in riva all'Adda, gliel'aveva detto suo nonno... e a spiegare come sarebbe impossibile, oggi, costruire le "bramidi". Le bramidi? "Neanche se tirano un filo - ha detto - perpendicolare (perpendicolare a cosa?) con una gru...". Ah ho capito: le bramidi, le tombe dei faraoni. Dai Amir, tira su quel copertone che è quasi mezzogiorno e si schiatta dal caldo. Non farti troppe domande su come hanno costruito le piramidi, non lo sapremo mai, forse guardando l'inclinazione dei raggi del sole o la posizione delle stelle... piuttosto chiediamoci chi sono quegli incivili che hanno buttato nella roggia un carrello della spesa. Che adesso è passato mezzogiorno, sono stanca e ho fame. Amir, lo sapevi che anch'io ho un po' di sangue di Giulio Cesare, di Napoleone, di Asterix e Obelix e forse anche di Cleopatra? Siamo tutti imparentati. Te l'hanno detto quando sei arrivato qui? Amir non risponde. E' scomparso, e con lui tutti gli altri. Sono rimasta sola. Profumo di pizza. La pizza faraonica del rinfresco.

venerdì 20 giugno 2008

Piccola storia d'amore.

Il matrimonio degli Orishas di Guido Boletti

Ci sono un lui e una lei.
Lei ama il sole, l’acqua salata, e la sabbia. Passerebbe ore seduta in riva al mare a leggere, con il vento che le scompiglia i capelli.
A lui il mare piace, ma preferisce la montagna. Al mare non riesce a stare fermo o nuota e si immerge o corre avanti e indietro e studia gli insetti con la lente d'ingrandimento e scava gallerie sotto di lei, che tanto quando legge è da un’altra parte e non si accorge di niente. Poi stravolto, crolla e si addormenta: all’ombra.
Lui è uno da arrampicate su pareti rocciose, da lunghe estenuanti e sudatissime ripide passeggiate in mezzo ai boschi, a lei piace camminare, ma un giorno sì e uno no, e in montagna ci andrebbe solo per respirare aria pura.
Lui farebbe le vacanze sempre in moto, per sentire il vento sulla faccia e provare quella sensazione che a trecento all’ora sembra quasi di volare, e si fermerebbe a dormire in una tenda, sotto le stelle.
Lei volerebbe davvero, per finire in un paese lontano lontano, in Sudamerica e noleggiare un’auto, e fermarsi a dormire negli ostelli o nei
bed and breakfast e conoscere tanta nuova gente.
A lei piace leggere romanzi, a lui solo fumetti. A lei anche, i fumetti.
A lei piacciono i
reading di lettura, a lui le birre al pub. Lui fuma, lei non riesce a sopportare l’odore di sigaretta nel raggio di un metro.
Tutti e due ascoltano musica, lui
ambient and lounge, lei strazianti tanghi e canzoni anni sessanta.
Lui passa ore a sfidare ragazzini giapponesi e tedeschi in gare alla
consolle nintendo, lei se usa il telecomando più di un’ora, le viene la borsite.
Eppure. Lei e lui stanno insieme.

martedì 17 giugno 2008

Cinquanta. Viento del Sur (que va y viene).

E poi stamattina, quando ho aperto le ante dell'armadio per vestirmi, col solito pensiero "con questo tempo bizzarro non so cosa mettermi", una folata di vento caldo mi ha abbracciata, e ho capito che l'Uomo sarebbe arrivato presto. Come e quando, mah. Le stelle dicono che devo avere pazienza, che non devo continuare a pensare all'Uomo, al caldo, al Sudamerica, sennò diventa un'ossessione, entro in una spirale e non ne esco più. La vita è qui, adesso, ora, sembrava supplicarmi Mucomorìs il gatto, scendi da quella scala e dammi i croccantini, non ti perdere nelle nuvole, nell'armadio non troverai niente, solo vestiti. I croccantini sono in cucina. E ha aggiunto: maowww. Ma io ho rovistato e spazzolato e mi sono fermata solo quando tutto era spaventosamente e mostruosamente in ordine. Adesso sono pronta ad accogliere l'Uomo dell'Armadio, e anche tutte le Donne che lo accompagneranno: la brezza, la luna, il giglio, la sera. Mucomorìs ha cenato dalla vicina. Gatto traditore che non sa aspettare.

sabato 14 giugno 2008

Quarantanove. L'uomo dell'armadio arriva quando vuole lui.

illustrazione di Valeria Cis

Ieri ho aspettato tutto il pomeriggio che uscisse un uomo dall'armadio, e non è uscito. L'Uomo dell'Armadio mi aveva detto: esco alle tre e mezza di venerdì, così ci beviamo un caffé, e se ti va, compra pure dei pasticcini. Alle tre ho iniziato a preparare il caffé, e i pasticcini, ma davanti all'armadio c'era un post-it che diceva: arrivo alle quattro e mezza. Ho pensato: niente caffé, berremo un té. Alle quattro e mezza, nessun rumore, apro all'improvviso l'armadio e vedo solo vestiti. Certo, il viaggio è lungo, l'Uomo dell'Armadio viene dal Sudamerica e qui minaccia di piovere. Alle cinque non sapevo cosa fare e ho svuotato metà acquario, con il gatto Mucomorìs che mi guardava famelico e i pesci disarmati e impauriti. Ma ho dovuto interrompere il lavoro, perché le imposte hanno cominciato a sbattere forte e una tromba d'aria mi ha fatto volare via i panni appena stesi. Forse in Brasile una farfalla ha battuto le ali e qui si sta scatenando il putiferio. E per questo l'Uomo non uscirà mai dall'armadio. Mi sono addormentata tardi, con un libro in mano e il rumore della pioggia sui vetri.

giovedì 12 giugno 2008

Paura e desiderio.

"Che le due grandi leggi che regolano la vita di tutti noi sono la paura e il desiderio. Tutto quello che facciamo lo facciamo perché desideriamo qualcosa e perché abbiamo paura di qualcos'altro. A volte i due sentimenti sono mescolati: vogliamo qualcosa, ma la paura ci impedisce di averla. A volte invece è il desiderio a combattere contro la paura, a impedirci di scappare da una situazione che ci spaventa, da cui vorremmo e forse dovremmo stare lontani."
Raul Montanari,
La prima notte

giovedì 5 giugno 2008

Non scendere mai


"Perché? In verità, il poeta, il vero poeta, possiede l'arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un'opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l'ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all'altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell'immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola."
Maxence Fermine, Neve

mercoledì 4 giugno 2008

Non bisogna farsi spaventare dalle etichette.

Torno ancora a parlare del film Sex and the city, premettendo che non sono una fanatica di marche, vestiti firmati, Manhattan e chick-lit. Però la serie è simpatica, e anche il film.
Qualcuno ha criticato il lieto fine esageratamente lieto, tutto miele, buoni sentimenti, bambini e matrimoni felici, che non lascia spazio a sviluppi futuri... si sa: il bene è statico, il male è dinamico, quindi, per avere un seguito, dobbiamo sperare nel "divorzio ogni sette minuti" di cui parla sempre un mio amico.
Quattro donne lontane anni luce da me e dal mio mondo ma pur sempre donne.
E' questo che mi ha fregato.
Perché non è difficile sentirsi un po' Miranda, un po' Carrie, un po' Charlotte e anche un po' Samantha. In fondo, i caratteri sono stati disegnati bene e anche in me c'è la sentimentale, la scrittrice, la lavoratrice indefessa, la moglie, l'amica, la sessuomane, forse anche la mamma.
Così, non riesco ad avere un'opinione obiettiva del film (né, tantomeno, della serie).
Però un'idea me la sono fatta: prima ancora di sentirmi Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte, io mi sento Big.

martedì 3 giugno 2008

Parole sante.

"Sono così felice da essere terrorizzata"
Charlotte York, in
Sex and the City - il film.