mercoledì 23 ottobre 2013

Le prigioni del Principe Limone

Le libraie Sommaruga mi hanno ricordato che oggi è il compleanno di Gianni Rodari, e lo vorrei festeggiare con questo brano, che parla anche un po' di cose attuali.

***
In breve: Cipollone fu condannato a stare in prigione per tutta la vita, anzi, fin dopo morto, perché nelle prigioni del Principe Limone c'era anche il cimitero.
Cipollino lo andò a trovare e lo abbracciò:
- Povero babbo! Vi hanno messo in carcere come un malfattore, insieme ai peggiori banditi!
- Figlio mio, togliti quest'idea dalla testa - gli disse il babbo affettuosamente. - In prigione c'è fior di galantuomini.
- E cos'hanno fatto di male?
- Niente. Proprio per questo sono in prigione. Al Principe Limone non piace la gente per bene.
Cipollino rifletté un momento e gli parve d'aver capito.
- Allora è un onore stare in prigione?
- Certe volte sì. Le prigioni sono fatte per chi ruba e per chi ammazza, ma da quando comanda il Principe Limone chi ruba e ammazza sta alla sua corte e in prigione ci vanno i buoni cittadini.
- Io voglio diventare un buon cittadino - decise Cipollino - ma in prigione non ci voglio finire. Anzi, verrò qui e vi libererò tutti quanti.
In quel momento un Limonaccio di guardia avvertì che la conversazione era finita.
- Cipollino - disse il povero condannato - tu adesso sei grande e puoi badare ai fatti tuoi. Alla mamma e ai tuoi fratellini ci penserà lo zio Cipolla. Io desidero che tu prenda la tua roba e te ne vada per il mondo a imparare.
- Ma io non ho libri, e non ho soldi per comperarli.
- Non importa. Studierai una materia sola: i bricconi. Quando ne troverai uno, fermati a studiarlo per bene.
- E poi che cosa farò?
- Ti verrà in mente al momento giusto.
Gianni Rodari, "Schiaccia un piede Cipollone al Gran Principe Limone", in Tante storie per giocare