martedì 3 ottobre 2006

Ventidue. L’ignoranza uccide.


C’era una volta un signore che aveva un campo, e non sapeva che farsene. Lui non era un agricoltore, neanche un costruttore, aveva solo un campo, un fazzoletto di terra, l’aveva ereditato. Che se ci pensate, è già abbastanza perverso il fatto che qualcuno possa possedere della terra... comunque è sempre stato così, e andiamo avanti nella storia. Questo signore aveva la sua casa lì di fianco, su un altro terreno, ma era un campo troppo grande per farci un giardino e troppo piccolo per diventare un parco e il signore era pigro e non aveva tempo e voglia di piantare alberi e curare fiori, non ne era nemmeno capace. Ma aveva deciso che da questo campo voleva cavare qualcosa. Così cominciò a farsi pagare da tizi loschi che non sapevano dove buttare rifiuti e olii e schifezze e li faceva portare tutti lì. Solo che il signore prendeva l’acqua da un pozzo che era nel suo campo. Come finisce questa storia? Il signore diventò ricchissimo, la moglie si ammalò e morì e dopo poco anche lui. Prima o poi dobbiamo morire tutti, ma perché morire stupidi? Perché uccidersi con le proprie mani? Non ricordo più chi mi ha raccontato questa storia, ma vi giuro che è vera.