mercoledì 25 aprile 2012

Una ricetta facile facile ma buona buona: torta allo yogurt.

Mia mamma faceva questa torta quando aveva in casa qualche yogurt scaduto (da poco) che non voleva buttare via. In questa ricetta facile facile e veloce veloce l'unità di misura è, infatti, il "vasetto di yogurt".

Ecco gli ingredienti:
1 vasetto di yogurt (bianco, ma anche no, io l'ultima volta ho usato lo yogurt alla mela e banana)
3 vasetti di farina bianca 00
2 vasetti di zucchero
3 uova
mezzo vasetto di olio di semi
1 bustina di lievito

Mescolate gli ingredienti come sono elencati, e aggiungete alla fine, se lo desiderate (desideratelo!), una mela e mezza tagliata a tocchetti, dando poi all'impasto la forma di torta o di ciambella (come nella foto). Infornate a 180° per 35-40 minuti.
Se poi vi venisse in mente di infornarne due insieme... ricordatevi di alzare la temperatura a 200° e di invertire a metà cottura la disposizione delle tortiere (sopra-sotto). Può darsi che dobbiate prolungare il tempo di cottura... il risultato non è garantito, quindi: meglio una per volta!

sabato 14 aprile 2012

Fa un freddo tucano.

C'è un tucano che svolazza nei miei sogni. L'ultima volta che ho visto un tucano, e fotografato il suo grande occhio blu e il suo gigante becco di seta, è stato all'oasi di Sant'Alessio, vicino a Pavia. Ma il primo tucano della mia vita l'ho incontrato al Parque de las Aves, a Iguazu, al confine tra Argentina e Brasile.
Ho pensato che se un uccello così viene a visitarmi nei sogni, be', dev'esserci qualche messaggio nascosto. Forse un invito a volare via, verso dove non è difficile immaginarlo. Il problema è che nel sogno cerco di afferrare il tucano, ma non ci riesco, mi sfugge.
Non ricordo di aver mai visto tucani volare, li ho sempre visti appollaiati sui rami, a farsi ammirare. Perché non puoi che provare ammirazione per un becco così grande, così bello, così arancione, quasi un prezioso accessorio attaccato a un corpo piccolo e tozzo, indossato per attirare l'attenzione (l'accostamento cromatico dell'arancio luminoso e variegato del becco all'azzurroblu dell'occhio a me sembra discutibile, ma certo di grande impatto). Sembrerebbe l'opera di un pittore (potrei fare un nome) che alla fine, non contento, ha aggiunto una pennellata di nero sulla punta e intorno al becco. Un piccolo capolavoro.
Un gruppo di ricercatori canadesi e brasiliani ha scoperto qual è il segreto del lungo becco del tucano (notizia ansa). Pare che serva a regolare la temperatura corporea. Quando fa molto caldo, il tucano spinge il calore del corpo nel becco e rimane al fresco. Quando, invece, comincia a far freddo, il tucano spinge meno calore nel becco, mantenendo così uniforme la temperatura del suo corpo. Come fa? In pratica, esercita un controllo sui flussi di sangue.
Ecco, in questi giorni freddi, di pioggia e vento, forse il mio sogno voleva soltanto dirmi questo: «non hai bisogno di papere di semi di ciliegio scaldate nel forno a microonde, ma della saggezza termica del becco del tucano». Che significa, in soldoni: va' da un'altra parte a cercare il sole.
Ma non riesco proprio a muovermi. Continuerò a scaldare papere di semi di ciliegio e a rintanarmi sotto strati di coperte.

ps. i tucani non sono gli unici a usare parti del corpo per raffreddarsi e regolare la propria temperatura (elefanti e conigli, per esempio usano le orecchie), ma sono quelli con la più grande "finestra termica", visto che il becco è pari a un terzo della lunghezza del loro corpo.

mercoledì 11 aprile 2012

Torta di mele della mamma (o della nonna Anna, a seconda dei punti di vista).

Questa è una torta buonissima, fatta, si può dire, solo di mele. E infatti sbucciare le mele e tagliarle a pezzettini è la parte più lunga di una ricetta che, per il resto, impegna al massimo dieci minuti. Se non ci fossero le mele da tagliare, appunto. Per questo vi consiglio di accendere la radio o di farvi aiutare, per velocizzare l'operazione.

Dunque, tagliate a pezzetti un chilo di mele, come nella foto qui a lato (non fate la domanda che ho fatto io: devo pesarle prima o dopo averle sbucciate e private del torsolo?, perché la risposta è: vedete voi, io le ho pesate prima, un chilo, mela più mela meno) e mettetelo da parte. Ho scelto mele golden perché ne avevo una cassetta intera, regalo di un amico trentino, ma credo che siano proprio quelle giuste, anche se nella ricetta non è specificato.
A parte, mescolate un uovo intero e un tuorlo d'uovo con un etto di zucchero. Aggiungete 2 etti di farina 00, mezzo bicchiere di latte (il mezzo è relativo perché dipende dalle dimensioni del vostro bicchiere... fate voi, a occhio) e un cucchiaino di lievito, e trasferite il tutto in una tortiera che avrete precedentemente imburrato e infarinato. Aggiungete le mele e sparpagliate qua e là riccioli di burro. Infornate per un'ora a 180°. Ecco il risultato finale.

Quanto all'origine di questa ricetta, non la conosco. Non so se a mia mamma l'ha data mia nonna o una sua amica, se l'ha letta in un libro o in una rivista di cucina. Non so se è una variante di una ricetta esistente, codificata e tramandata (io propendo per l'ipotesi dell'amica). Potrei chiederle di intervenire qui sotto con un commento, ma non vorrei metterla in imbarazzo.
In fondo ha poca importanza sapere da dove viene una torta. Io l'ho conosciuta così, è legata a certi ricordi e saperne l'origine non cambia la sostanza.
E poi, si sa, ogni torta è unica. Anche solo per il modo in cui tagli le fettine di mele.

sabato 7 aprile 2012

Pulizie di primavera.

Ho passato il pomeriggio tra gli scaffali di casa a pulire e riordinare libri (per ora ho sistemato solo i libri per bambini); ho trovato libri che non ricordavo di avere e cercato disperatamente libri che credevo di avere e che invece non sono da nessuna parte, come un paio di libri di Munari, vaiasapere se li ho prestati o se li ho solo sognati. Tra tutti, ho trovato questa vecchia edizione di Piccole donne, che non fa parte della mia infanzia e che davvero non so da dove sbuchi fuori. L'ho forse rubata a qualcuno? A chi? Fatevi avanti, ma dovete dimostrarmelo, che è vostra, perché io mi ci sono già affezionata. Ho ritrovato manuali di giochi di strada, qualche fotografia, una cartolina d'amore con un cuore peloso, un caleidoscopio, delle palline da giocoliere, due ventagli spagnoli, un libro di Richard Scarry, delle biglie colorate e un uovo nero di alabastro (comprato a Volterra, che è conosciuta ormai più per i vampiri che per l'alabastro). Ho sfogliato svariati libri di Roald Dahl, di fate, gnomi, dei barbapapà, della Pimpa e di Harry Potter. Ho letto la storia di Pollicino e ho pensato che sarebbe proprio bello tradurla in simboli PCS. Ho scoperto di avere due libri di Silvana Gandolfi, che non ho ancora letto, e di avere pochi, pochissimi libri di Bianca Pitzorno (devo rimediare). Ho soffiato via tanta polvere. Ho vestito due Barbie e centrifugato un po' di peluches.  E infine, ho messo ad altezzadiemma tutti i libri che potrebbero interessarle. Domani, se avrò le forze, tocca ai latinoamericani. Buonanotte.