venerdì 18 marzo 2005

Uomini o...

La locomotiva umana: Learco Guerra.
Il grande ragno, l’airone, l’ippogrifo, il re delle Dolomiti, il principe dei Pirenei, l’imperatore del cronometro: Fostò. Il campionissimo.
L’uomo di ferro, l’intramontabile, il pio Gino.
Fiorenzo Magni, il leone delle Fiandre.
L’angelo della montagna, Charly Gaul.
Il re leone, Mario Cipollini.
Marco, il Pirata.
Ma stiamo parlando di persone, animali, eroi, santi o di cosa?
Certo, alcune tappe del Giro d’Italia, come quella del Bondone, nel 1956, con una tempesta di neve che assiderò molti corridori, evocano scenari infernali, gironi danteschi, scene apocalittiche.
Se non ci fossero stati due mastelli di acqua calda, il lussemburghese Charly Gaul, non sarebbe mai arrivato primo in cima, con diversi minuti sugli avversari. Fiorenzo Magni, spalla fratturata, se l’era cavata tenendo il manubrio con i denti, grazie a un laccio particolare. Altro che eritropoietina, testosterone e nandrolone. Oggi anche il ciclismo è inquinato.
Ma non è colpa dei corridori. E nemmeno delle biciclette.

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