giovedì 29 marzo 2012

È quel che è.


Ecco un'altra poesia che ho amato molto. 

Was es ist

Es ist Unsinn
sagt die Vernunft
Es ist was es ist
sagt die Liebe

Es ist Unglück
sagt die Berechnung
Es ist nichts als Schmerz
sagt die Angst
Es ist aussichtslos
sagt die Einsicht
Es ist was es ist
sagt die Liebe

Es ist lächerlich
sagt der Stolz
Es ist leichtsinnig
sagt die Vorsicht
Es ist unmöglich
sagt die Erfahrung
Es ist was es ist
sagt die Liebe.


È quel che è

È assurdo
dice la ragione
È quel che è
dice l'amore

È infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
È vano
dice il giudizio
È quel che è
dice l'amore

È ridicolo
dice l'orgoglio
È avventato
dice la prudenza
È impossibile
dice l'esperienza
È quel che è
dice l'amore

Erich Fried, È quel che è. Poesie d'amore di paura di collera, Einaudi

mercoledì 28 marzo 2012

Blog occupato dalla poesia.

Oggi sono passata in bicicletta davanti alla mia vecchia scuola, e ho visto, appeso lì fuori, uno striscione colorato con scritto "scuola occupata dalla poesia". Mi è sembrata una cosa molto bella, e ho pensato che mi ero proprio dimenticata, della giornata della poesia (che è il 21 marzo). Ecco, vorrei festeggiare con due poesie. Una, di Jorge Luis Borges, la poesia che amo di più in assoluto. Non riporto la traduzione perché secondo me non è fatta bene. E una poesia della mia amica Anna, poetessa ligure, donna sensibile e angelo custode. Ho anche pensato, che per qualche giorno, questo blog sarà "occupato" dalle poesie e dai poeti che ho amato, che a volte ho avuto la fortuna di conoscere.

El Sur

Desde uno de tus patios haber mirado
las antiguas estrellas,
desde el banco de
la sombra haber mirado
esas luces dispersas
que mi ignorancia no ha aprendido a nombrar
ni a ordenar en constelaciones,
haber sentido el círculo del agua
en el secreto aljibe,
el olor del jazmín y la madreselva,
el silencio del pájaro dormido,
el arco del zaguán, la humedad
- esas cosas, acaso, son el poema.

Jorge Luis Borges, Fervor de Buenos Aires, 1923


Il posto che vorrei

Qualche volta si sogna un posto
dove restare per sempre
e si traccia con le mani o lo sguardo
una rotta immaginaria che ci porti
nella quiete di una collina
oppure nella vastità dell'oceano
o ancora in qualche prateria sconfinata,
una steppa, l'altezza di una montagna
o la vita illuminata e brulicante di una città.

Il posto che vorrei io,
il luogo dove vorrei veramente abitare per sempre
è quel piccolo pezzo del tuo cuore
dove corre felice, come un soldato, finalmente perduto,
l'amore senza guerra.

Anna Spissu, L'amore imperfettibile, Gammarò 2010