domenica 20 gennaio 2008

Atè logo.

I brasileiri son passati a salutare, velocemente, non si sono neanche spogliati. Erano di fretta: casa sottosopra, valigie da finire, aereo in partenza da Malpensa domani mattina presto.
Secondo straziante addio.
Vedevo gli occhioni delle piccole elemosinare minuti, hanno provato a strappare secondi, come fanno tutti i bambini che non vogliono andare a letto, prendendo tempo, togliendosi le scarpe, parlando del più e del meno, di Garfield alla televisione, dei pesci nell'acquario, di cani e padroni. Ma Ieieza e Guidinho sono stati irremovibili (come due bravi genitori). Abbracci, saluti, promesse, bacini.
Il brutto dell'essere adulti è che non puoi metterti a piangere davanti ai bambini, dire che ti mancheranno. A loro passerà in fretta, immersi nei colori dell'estate brasiliana, con il Carnevale alle porte; io ho come la sensazione che questa nebbia padana non farà che aumentare la saudade di questi giorni, giorni senza brezza e senza luna.
Li ho fatti uscire dall'armadio, così com'erano arrivati.

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