domenica 1 luglio 2012

Il prossimo sdiluvio.

L'indomani a matino, quanno s'arrisbigliò dopo una nuttata di sonno tanticchia agitato e raprì la finestra, il commissario s'arricriò. C'era un sole di mese di luglio in un cielo tutto tirato a lucito, apriva puliziato di frisco col detersivo. L'acqua di mari, che per dù jorni aviva completamente cummigliato la spiaggia, si era ritirata, ma aviva lassato la pilaja lorda di sacchi di munnizza, buatte vacanti, buttiglie di plastica, scatole sfunnate, lurdie assortite. Montalbano s'arricordò che in tempi oramà remoti il mari, quanno s'arritirava, lassava sulle spiagge sulo alghe profumate e conchiglie bellissime che erano come un rigalo che il mari faciva all'òmini. Ora invece ci restituiva la nostra stessa fitinzia.
E gli tornò a menti macari una commedia liggiuta quann'era picciotto, si chiamava Il diluvio, indove si sosteneva che il prossimo sdiluvio non sarebbe stato per acqua di cielo, ma che tutti i cessi, tutte le latrine, tutte le fogne, tutti i pozzi neri del mondo si sarebbero messi a sbummicare irresistibilmente fino a faricci annegari nella nostra stissa merda.
Andrea Camilleri, Il campo del vasaio

1 commento:

  1. Idea già presente in "Ritorno alle origini" all'interno di "La prima indagine di Montalbano", p. 244.

    RispondiElimina