venerdì 2 novembre 2012

Che è domenica lo si capisce dall'uovo sbattuto.

Oggi non è domenica, ma a me piace pensare che lo sia. È un giorno di festa, e quando è festa io mi sveglio e ho voglia di mangiare un uovo sbattuto. Si sbatte il tuorlo di un uovo fresco in una tazza, con tre-quattro cucchiaini di zucchero, e lo si mangia così, cucchiaino dopo cucchiaino (finisce piuttosto in fretta). Oppure se ne avanza un pochettino e gli si versa sopra il caffè fumante della moka. L'uovo sbattuto era una di quelle cose che mio papà mi permetteva di mangiare solo la domenica, quando ero bambina. Non so, perché, solo la domenica, forse perché mangiare troppe uova faceva male, o semplicemente perché la domenica avevamo più tempo per fare colazione. A me faceva sentire grande, perché non erano i soliti biscotti, e perché mia sorella, che era più piccola, non lo mangiava. Che il motivo era un altro, l'ho capito dopo. Non perché era piccola, non lo mangiava (del resto non voleva assaggiare nemmeno la marmellata!); credo le facesse schifo la consistenza, o la viscidità di certi alimenti, e quindi li rifiutava a priori. Ma questa è un'altra storia.

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