martedì 29 luglio 2008

La vita dello scrittore.

"Ero felice, veramente felice. Cominciavo a capire com'era semplice la vita quando si seguono abitudini regolari a ore fisse e si hanno uno stipendio fisso e pochissime occasioni di pensare in maniera originale. La vita di uno scrittore è un vero inferno, confrontata a quella di un uomo d'affari. Lo scrittore deve forzarsi a lavorare, deve imporsi un proprio orario e, se non gli va di sedersi alla scrivania, nessuno lo rimprovera. Se è un romanziere, vive nel terrore: ogni nuovo giorno esige nuove idee, e non si è mai certi che arriveranno puntuali. Dopo due ore passate a scrivere, il romanziere si sente completamente svuotato. Durante quelle due ore s'è trovato mille miglia lontano, in un altro luogo, in compagnia di gente totalmente diversa, e lo sforzo che deve fare per tornare indietro a nuoto, nel presente, è assai grande. E' quasi un trauma. Lo scrittore esce dal suo studio mezzo inebetito. Ha voglia di bere, ne ha proprio bisogno. Succede infatti che quasi tutti i romanzieri bevano più whisky del dovuto. Bevono per infondersi fiducia, speranza e coraggio. Bisogna essere pazzi, per fare gli scrittori. La loro sola compensazione è un'assoluta libertà. Il loro unico padrone è la loro anima ed è per questo che hanno fatto quella scelta, ne sono certo."
Roald Dahl,
Boy

4 commenti:

  1. Anonimo1:17 PM

    Allora?
    Non si scrive più?

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  2. Anonimo3:58 PM

    Mi sembra che qui qualcuno avesse promesso aggiornamenti :-P

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  3. Anonimo11:37 PM

    lo ? lo? lo0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0???

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  4. Ciao, mi chiamo Renata, vorrei contattarti a proposito di un tuo vecchio post, quello sul cetaceo in pianura padana. Puoi scrivermi su r.longo75@gmail.com, così ti spiego di che si tratta? grazie mille, ciao Renata

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