
In questi giorni a Lodi, Ossago Lodigiano e San Martino in Strada si festeggiano i vent'anni di attività dello
Siu Belu, in arte Guido Boletti. Una mostra itinerante (più di cinquanta quadri esposti), che vi invito a visitare (se ci andate in bicicletta vi regalano il catalogo).
Io festeggio quasi dieci anni di amicizia con lo
Siu Belu, e sono contenta di averlo conosciuto. E di aver conosciuto i suoi quadri prima di lui. Ne parlo come se non ci fosse più, e invece c'è ancora, e in questi giorni rischiate anche di incontrarlo in una delle sedi della mostra, e potrebbe addirittura farvi da guida (se lo volete e se vi sta simpatico, naturalmente). Se insieme a lui c'è anche a un barbuto che vi sembra Fidel Castro giovane, non spaventatevi: è solo il Sindaco di San Martino in Strada.
Questa è una storiella che ho scritto per il catalogo della mostra. Parla un po' dello
Siu Belu, un po' del destino che, a volte, ti strattona e ti porta, a modo suo, sulla strada giusta. Parla anche delle analogie tra due attività che possono sembrare lontane, come cucinare e dipingere, ma che in fondo non lo sono: cucinando e dipingendo si crea, si sfama e si fa memoria. Buona lettura.
I biscotti di San Martino.
C'era una volta un fornaio vagabondo.
Girava di città in città, cucinando pagnotte e dolci di tutti i tipi, perché le memorie del palato non si perdessero.
Il fornaio si spostava a piedi, e dove sentiva profumo di vaniglia o cannella, o vedeva nuvole di soffice zucchero uscire dai comignoli delle case, si fermava, bussava e passava qualche giorno in compagnia di rotonde signore con grembiule e capelli infarinati. Era un bel ragazzo, né giovane né vecchio, con folti capelli neri da selvaggio e sguardo allegro e limpido come i laghetti di montagna e, con mille complimenti, non faceva fatica a convincere le signore a farsi rivelare segreti di ricette imparate attraverso secoli di passaparola.