Sogni, e favole io fingo; e pure in carte
mentre favole, e sogni orno, e disegno
in lor, folle ch'io son, prendo tal parte,
che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Ma forse, allor che non m'inganna l'arte,
più saggio io sono? E' l'agitato ingegno
forse allor più tranquillo? O forse parte
da più salda cagion l'amor, lo sdegno?
Ah che non sol quelle, ch'io canto, o scrivo,
favole son; ma quanto temo, o spero,
tutto è menzogna, e delirando io vivo!
Sogno della mia vita è il corso intero.
Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,
fa ch'io trovi riposo in sen del Vero.
Metastasio
vera sei tu, amica lo.
RispondiEliminasei stata invitata a ze city, lo sapevi? a presto.
RispondiEliminaoh. grazie. sai, mi hai tolto un peso, perché per mesi il mio cuore ha preso a pugni il mio cervello, sull'argomento.
RispondiEliminacomunque il mio cervello ora vuole dire la sua e passerà da Ze City.
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