martedì 29 luglio 2008

La vita dello scrittore.

"Ero felice, veramente felice. Cominciavo a capire com'era semplice la vita quando si seguono abitudini regolari a ore fisse e si hanno uno stipendio fisso e pochissime occasioni di pensare in maniera originale. La vita di uno scrittore è un vero inferno, confrontata a quella di un uomo d'affari. Lo scrittore deve forzarsi a lavorare, deve imporsi un proprio orario e, se non gli va di sedersi alla scrivania, nessuno lo rimprovera. Se è un romanziere, vive nel terrore: ogni nuovo giorno esige nuove idee, e non si è mai certi che arriveranno puntuali. Dopo due ore passate a scrivere, il romanziere si sente completamente svuotato. Durante quelle due ore s'è trovato mille miglia lontano, in un altro luogo, in compagnia di gente totalmente diversa, e lo sforzo che deve fare per tornare indietro a nuoto, nel presente, è assai grande. E' quasi un trauma. Lo scrittore esce dal suo studio mezzo inebetito. Ha voglia di bere, ne ha proprio bisogno. Succede infatti che quasi tutti i romanzieri bevano più whisky del dovuto. Bevono per infondersi fiducia, speranza e coraggio. Bisogna essere pazzi, per fare gli scrittori. La loro sola compensazione è un'assoluta libertà. Il loro unico padrone è la loro anima ed è per questo che hanno fatto quella scelta, ne sono certo."
Roald Dahl,
Boy

martedì 22 luglio 2008

Y ahora.


E adesso. Adesso passeranno giorni, poi mesi, e anni. I palloncini voleranno via leggeri, lontano. Qualcuno tornerà giù, qualcun altro scomparirà nelle nuvole. 
Ma ho come la sensazione che per un bel po' di tempo quei palloncini voleranno uniti, e non riusciranno a staccarsi facilmente. Hasta pronto, amigos.

martedì 15 luglio 2008

Ludwig o Luigi?

Faccio oggi questa scoperta incredibile: il nome "Luigi" deriva dal germanico "Hlod", glorioso, e "Wig", battaglia. Ovvero Ludwig. E io che avevo sempre pensato che Ludwig si traducesse "Ludovico". Luigi Van Beethoven. Forse sono varianti di uno stesso nome. Mah.

venerdì 4 luglio 2008

Quel tango che a volte non puoi ballare.

tango n°004, inserito originariamente da grispo.

Succede che a volte ti ritrovi lì, ai bordi della pista. Hai le scarpe giuste, il vestito con la gonnella che non intralcia il danzare, sei sola, hai la scollatura, perfino lo sguardo giusto. Ma nessuno ti invita. Sei trasparente. Gli uomini non si accorgono del rossetto, non vedono le calze, i tuoi occhi non incontrano gli occhi di nessuno. E mentre ti tormenti la collana di perle finte, con un po' di invidia e di agitazione, ti tocca guardare le altre ballare, nell'attesa che arrivi la persona giusta, si spera almeno entro la fine della serata. Un uomo. Uno sconosciuto in cerca di una solitudine da condividere.