lunedì 3 dicembre 2007

Trentanove. La rivoluzione silenziosa.

L'importante è non farsi sentire. Non farsi vedere. Scardinare il sistema dall'interno. Si sa che gli omini del comune non sanno mettere un sanpietrino accanto all'altro, dopo pochi giorni il piccolo uovo di sasso rotola via. Si sa che le piastrelle, di qualsiasi materiale siano, dopo un po' si ondulano tutte, come San Marco a Venezia, per le radici che spingono da sotto, o per i piedi dei passanti che strisciano e calciano lontano i pensieri del vivere quotidiano. O forse perché i bimbi hanno poco spazio per giocare a biglie nei riquadri degli alberi, e le buche non si scavano nel cemento (ma anche gli alberi non dovrebbero stare sui marciapiedi!).
E via: via una mattonella dopo l'altra si fanno piste di biglie, bigliodromi, e saltelli e deviazioni e le gare diventano emozionanti. L'importante è non dare nell'occhio: una mattonella dopo l'altra, lentamente, tutti i giorni, come il galeotto che scava nella cella il suo buco per evadere. L'importante è non farsi notare: lo sanno bene gli uccellini, che la gente di città non guarda in alto. Così, ogni tanto, perché no? ai cittadini un po' di cacca in testa non può far male, pensano. Una protesta innocua, lascia il segno, ma non fa male.

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