giovedì 13 settembre 2012

Roald Dahl day

Oggi è il Roald Dahl Day e io lo festeggerò rileggendomi qualcosa di questo grande autore. Negli ultimi anni ho letto moltissimi suoi libri, dalla Fabbrica di cioccolato a Le streghe, da Gli sporcelli a Boy, ma anche bellissimi racconti delle sue esperienze di guerra. Sono felice di averlo scoperto da adulta, le sue storie mi hanno sempre divertito tantissimo. Anzi, credo che sia un autore che vada letto da adulti, perché porta un po' di colore nella vita di tutti i giorni. Spesso i suoi personaggi sono bambini che vivono situazioni difficili, ma non perdono mai l'ottimismo e la speranza, e riescono sempre a cavarsela con fantasia e ingegno. O adulti insopportabili e ripugnanti. E che dire di tutte quelle bizzarre creature, come gli Umpa-Lumpa? E di quel misto di cinismo e ironia che è il surreale Willy Wonka? Ecco, mi è tornata la voglia di rileggere tutto, di Roald Dahl. Inizierò da quell'unico libro che ho sempre avuto sul comodino, e non ho mai letto: Il GGG.


Sofia non riusciva a prender sonno.
Un raggio di luna che filtrava tra le tende andava a cadere obliquamente proprio sul suo cuscino.
Nel dormitorio gli altri bambini sognavagno già da tempo. Sofia chiuse gli occhi e rimase immobile tentando con tutte le sue forze di addormentarsi. Ma niente da fare. Il raggio della luna fendeva l'oscurità come una lama d'argento e andava a ferirla in piena faccia.

Nell’edificio regnava un assoluto silenzio; non una voce dal pianterreno, non un passo al piano di sopra. Dietro le tende, la finestra era spalancata, ma non si udiva né un passante sul marciapiede, né una macchina per la strada. Non si avvertiva il più lieve rumore; mai Sofia s’era trovata in un tale silenzio. Forse, si disse, questa è quella che chiamano l’Ora delle Ombre.

L’Ora delle Ombre, qualcuno le aveva confidato un giorno, è quel particolare momento a metà della notte quando piccoli e grandi sono profondamente addormentati; è allora che tutti gli esseri oscuri escono all'aperto e tengono il mondo in loro possesso.

Il raggio di luna brillava più che mai sul cuscino di Sofia, così lei decise di scendere dal letto per accostare meglio le tende.Chiunque si facesse sorprendere fuori dal letto dopo che la luce era stata spenta veniva immediatamente punito. Si aveva un bel da direche si doveva andare al gabinetto, non valeva come scusa e si veniva puniti lo stesso. Ma in quel momento nessuno l’avrebbe vista, Sofia ne era sicura.
Cercò a tastoni gli occhiali sulla sedia accanto al letto. Avevano spesse lenti con la montatura metallica, e senza Sofia non riusciva a distinguere quasi nulla. Li mise, poi scivolò fuori dal letto e si avvicinò alla finestra in punta di piedi.

Quando giunse alle tende, Sofia esitò. Aveva una gran voglia di strisciarci sotto e di sporgersi dalla finestra per vedere come appariva il mondo nell’Ora delle Ombre.
Stette di nuovo in ascolto. Silenzio di tomba. Il desiderio di guardar fuori si fece così forte che non poté resistere. In un attimo era scomparsa sotto le tende e guardava dalla finestra.
Sotto l’argentea luce lunare la strada del paese, che conosceva così bene, sembrava completamente diversa. Le case apparivano sghembe, contorte, come in un racconto fantastico. Ogni cosa era pallida e spettrale, d’un biancore latteo. Dall'altra parte della strada vide la bottega della signora Rance, dovesi compravano bottoni, lana e elastico a metri. Ma anche la bottega sembrava irreale.
Sofia lasciò errare lo sguardo più lontano. E improvvisamente si sentì gelare. Qualcosa risaliva la strada.
Qualcosa di nero…
Qualcosa di grande…
Una cosa enorme, magrissima e oscura.


1 commento:

  1. concordo: Dahl è straordinario! ricordo che leggevo i suoi libri alla mia cucciola la sera, prima della nanna. non so chi di noi due ne fosse più affascinata - probabilmente entrambe, in egual misura

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