sabato 17 settembre 2011

E venne un colpo di vento.

Eccolo, il colpo di vento.
È arrivato oggi mentre ero seduta a scrivere sul divano.
Si preannuncia tempesta: le tende hanno svolazzato e le candele accese sul davanzale hanno tremolato, forse arriverà quel temporale di cui parlano da giorni i meteorologi.
Io amo riempire la casa di candele profumate. Le mie preferite sono quelle dell'Ikea, piccoli lumini protetti da un involucro di alluminio. Profumano di mela, di vaniglia, di agrumi e di frutti di bosco.
Purtroppo a volte mi è capitato di uscire di casa dimenticandone qualcuna accesa. So che non dovrei, che è pericoloso, che non si scherza con il fuoco. Non faccio mica apposta. Una volta mi sono addormentata e svegliata appena in tempo per spegnere un principio di incendio sul tavolo della cucina… ma era una candela circondata da piccole canne di bambù. Da allora cerco sempre di accendere i miei lumini solo in una posizione sicura, protetti dall'alluminio, dalla sabbia, da un portacandele. Ne accendo sempre una fila sul davanzale, sotto la finestra della sala.
«E se viene un colpo di vento?», mi ha chiesto un giorno il piccolo principe.
Ho cercato di immaginare cosa volesse dire e come potesse un colpo di vento sollevare una candela, farla cadere sul tappeto, lanciarla addosso alle tende. Ho pensato: il vento spegne la candela. E mi sono tranquillizzata. E, inoltre, quante probabilità ci sono che venga un colpo di vento? E che generi quella catena di eventi sfortunati per cui la mia casa vada a fuoco?
E oggi eccolo, il colpo di vento. All'improvviso. Ha sollevato le tende, non la candela. Era questo allora che intendeva il piccolo principe: il vento non solleva la candela, ma può sollevare la tenda. Prima di spegnere la candela.
Per fortuna ero in casa. Mi sono alzata, ho chiuso tutte le finestre e tirato giù le tapparelle. Le candele le ho lasciate accese.

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