mercoledì 4 giugno 2008

Non bisogna farsi spaventare dalle etichette.

Torno ancora a parlare del film Sex and the city, premettendo che non sono una fanatica di marche, vestiti firmati, Manhattan e chick-lit. Però la serie è simpatica, e anche il film.
Qualcuno ha criticato il lieto fine esageratamente lieto, tutto miele, buoni sentimenti, bambini e matrimoni felici, che non lascia spazio a sviluppi futuri... si sa: il bene è statico, il male è dinamico, quindi, per avere un seguito, dobbiamo sperare nel "divorzio ogni sette minuti" di cui parla sempre un mio amico.
Quattro donne lontane anni luce da me e dal mio mondo ma pur sempre donne.
E' questo che mi ha fregato.
Perché non è difficile sentirsi un po' Miranda, un po' Carrie, un po' Charlotte e anche un po' Samantha. In fondo, i caratteri sono stati disegnati bene e anche in me c'è la sentimentale, la scrittrice, la lavoratrice indefessa, la moglie, l'amica, la sessuomane, forse anche la mamma.
Così, non riesco ad avere un'opinione obiettiva del film (né, tantomeno, della serie).
Però un'idea me la sono fatta: prima ancora di sentirmi Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte, io mi sento Big.

7 commenti:

  1. Anch'io ne parlo sempre del divorzio ogni sette minuti!

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  2. ... forse quel mio amico sei tu? ;-)

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  3. Credevo fosse qualcun altro perché ne ho parlato una sola volta con voi! :-) Comunque è un dato statistico, per mia esperienza, totalmente infondato.

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  4. Ti assicuro che me l'hai detto/scritto almeno due volte... ;-)

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  5. Può essere, è un argomento che mi appassiona :-)

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  6. in me c'è la sentimentale, la scrittrice, la lavoratrice indefessa, la moglie, l'amica, la sessuomane, forse anche la mamma.

    sono interessato in particolare a uno di questi aspetti...
    la scrittrice, ovviamente

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  7. Anonimo10:26 AM

    Credevo al lato mamma, invece...

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