sabato 30 giugno 2007

L'impermanenza delle cose


Sono un'accumulatrice di libri, carta e oggetti vari.
Non riesco a buttare via niente.
E se proprio devo, rimando, come se separandomi dall'oggetto, se ne andasse anche una parte di me.
Eppure. Di oggetti ne sono andati, non li ricordo più ma da qualche parte nella memoria ci sono, come tutti i libri che ho letto. Ogni libro e ogni oggetto hanno sedimentato qualcosa in me.
E allora una volta all'anno, decido di fare ordine.
A volte semplicemente sposto le cose, altre volte elimino o catalogo.
A volte forse bisognerebbe fare così anche con gli affetti.
Perché se non li si prende in mano, se non li si guarda da vicino, non ci si accorge più, dopo un po', della loro esistenza. Fanno parte del paesaggio quotidiano.
E quando sono tanti, il pezzo singolo si perde nell'insieme. E' impossibile ricordarsene tutti i giorni.
Forse bisognerebbe fare come i monaci zen: non possedere nulla, godere della fatica e della bellezza di un mandala e poi dissolverlo. Perché presto o tardi, se non lo facciamo noi, ci penserà il Tempo.

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