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Illustrazione di Tullio Pericoli |
(...) le volte che guardo Umberto Eco, in fotografia che dal vivo non l'ho mai visto, mi sembra proprio un avverbio. Uno di quelli che prolungano e slanciano la frase e danno autorità al discorso. Te guardi Umberto Eco e pensi: audacemente, perspicacemente, sagacemente, oziosamente, intellettualmente. Poi lo guardi meglio e pensi: storicamente, postmodernamente, metafisicamente, poliziescamente, contemporaneamente. Lo vedi di tre quarti, c'è un campionario fotografico che te lo fa vedere bene in tutte le posizioni: cosmologicamente, labirinticamente, heideggerianamente, hitchcockianamente, lector in fabulamente. E così via.
Paolo Colagrande, Fìdeg
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